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lunedì 25 gennaio 2010

Tornare a Caracas: prime impressioni

Torno in Venezuela, e a Caracas in particolare, dopo una visita lampo durante il Forum Sociale Mondialer del 2006, ma soprattutto dopo l´ultima missione terminata il 12 aprile del 2002. Fu un giorno teso, molto particolare, col golpe messo in atto da una destra revanchista che aveva trovato un largo appoggio nella classe media.
Duro´ poche ore, il Presidente Chavez fu liberato e tornó trionfalmente a Caracas. Io avevo il volo di ritorno, solo che la strada per l´aeroporto era considerata poco sicura. Nessuno sapeva cosa fare, così decisi di prendere un taxi e scendere giù a Maiquetia. L' aereo di air france era li, con l' equipaggio appena arrivato da Parigi bloccato in aeroporto, stanchi e senza sapere dove andare.
Furono ore lunghe, e alla fine ci imbarcarono e lo stesso equipaggio ci portó in Guadalupa dove, con un altro volo, potemmo tornare a casa.
Inizió cosí un periodo teso, con una estremizzazione della vita politica che non é cessata nemmeno adesso.
Esco dall'aeroporto, solita foll, "taxi señor?", "cambio?" e poi con Freddy, il nostro autista, partiamo per la cittá. L'aeroporto é giú al mare, la cittá invece é posata nella valle dell'Avila, su in alto. Circa 30 Km, percorsi facilmente da quando hanno rifatto il ponte che per anni ha costretto tutti a passare per la carretera vieja, essendo crollato quello precedente, in mezzo a "ranchos" non proprio sicuri. Tanto é che se gli aerei arrivavano dopo le 5 del pomeriggio, per ragioni di sicurezza non si poteva venire in cittá e si dormiva sul posto.
Adesso non piú e in mezz'ora siamo in cittá. Per chi sia stato mai in una cittá asiatica, Bangkok, Manila, Katmandu, balza subito agli occhi la poca, pochissima pubblicitá per strada. Quansi che il settore privato se ne fisse andato e restassero cosí solo i tanti inni alla rivoluzione. Patria, Socialismo o Muerte... sono arrivato all'hotel a riposarmi.. domani continuiamo.

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